Per
una maggior durata in vaso bisogna:
- Scegliere un vaso di opportune dimensioni e forma, anche per avere
una sufficiente quantità di riserva d'acqua per compensare
quella che gradualmente va perduta per traspirazione.
- Non ammassare i fiori nel vaso, in modo che i boccioli abbiano lo
spazio per aprirsi e l'aria possa circolare liberamente tra un fiore
e l'altro.
- Non lasciare mai i fiori senz'acqua e verificare giornalmente che
la quantità d'acqua nel contenitore sia sufficiente ma non
eccessiva.
- Giornalmente, pulire i contenitori con disinfettante (es. ipoclorito
di sodio) e una spazzola a setole dure e flessibili, cambiare l'acqua
(se non si usa un conservante per fiori recisi) usando preferibilmente
acqua tiepida (circa 20°C) altrimenti cambiare l'acqua almeno
ogni tre giorni, rabboccandola se necessario, quando si utilizza il
conservante apposito.
- Usando conservanti specifici, non impiegare contenitori metallici
poché provocherebbero l'annerimento dei gambi.
- Rinnovare il taglio ogni due/tre giorni togliendo circa 3 cm di
stelo, per ridurre la presenza di batteri e migliorare l'assorbimento. |
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La
maggior parte dei fiori si conserva in cella frigorifera a una temperatura
di circa 7°-10° C.
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L'Acacia
dealbata (Mimosa) si deve conservare a meno di 7° C altrimenti
fermenta. Inoltre non bisogna togliere la busta plastificata di protezione
che serve a mantenere l'umidità, va tenuta al buio e a secco,
altrimenti le infiorescenze si chiudono e non si aprono più. |
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I fiori
esotici come la Banksia, la Protea, il Cymbidium,
l'Anthurium si conservano a circa 15° C.
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La quantità
di acqua per il mantenimento dei fiori recisi in vaso varia da fiore a
fiore. Possiamo individuare infatti tre categorie di fiori: gli idrofili,
i mesofiti e gli xerofili.
IDROFILI.
Sono fiori cui necessita una grande quantità d'acqua perché
in natura vivono in un habitat umido, come il Lotus (Loto), il
Papirus (Papiro), la Ligularia. Oppure perché, come
nel caso della Rosa, l'assorbimento idrico avviene anche lateralmente
attraverso lo stelo e quindi esso va immerso fino a metà. Le bulbose,
abituate a una notevole riserva energetica derivante dal bulbo, recise
necessitano di un grande apporto idrico: ad esempio la Zantedeschia
(Calla), il Gladiolus (Galdiolo), il Lilium (Giglio).
MESOFITI.
Sono fiori dai canali linfatici medio-grandi, che richiedono una media
quantità d'acqua, come la Strelitzia reginae e le bulbose.
Vanno quindi immersi in acqua per un terzo dello stelo controllando, soprattutto
nei periodi caldi, che non rimangano a secco.
XEROFILI.
Sono fiori che necessitano di poca acqua per ragione fisiologiche. Ad
esempio le Orchidee già in natura, sviluppandosi sui tronchi degli
alberi (epifite), sono adattate a scarsi apporti idrici. La Gerbera, già
all'acquisto. si presenta senza foglie; inoltre l'assorbimento dell'azoto
presente nell'aria (elemento vitale della pianta) avviene attraverso la
leggera peluria che ricopre totalmente lo stelo. Immergendo lo stelo in
molta acqua viene impedito l'assorbimento dell'azoto e, anche se la corolla
mostra un bell'aspetto, il gambo marcirà precocemente. Lo stesso
avviene per l'Aechmea, anch'essa dotata di una peluria bianca che
ricopre le foglie.
Gli steli
legnosi e le violette hanno bisogno di un'immersione in acqua tiepida
perché in tal modo la maggiore dilatazione dei vasi linfatici favorirà
un maggior apporto d'acqua e una migliore apparenza del fiore. L'acqua
tiepida è comunque consigliata per tutti i fiori.
Uso
personale e domestico. I seguenti consigli sono indirizzati
soprattutto a chi acquista i fiori per uso personale domestico ed ha il
tempo di offrire le cure particolari indicate.
A
meno che l'acqua utilizzata non sia filtrata attraverso un depuratore
essa conterrà certamente, in quantità più o meno
accentuate, degli elementi dannosi ai fiori recisi. Ecco perché
sarebbe sempre preferibile utilizzare acqua bollita, dopo averla lasciata
riposare sia per farla raffreddare sia per consentire la sedimentazione
degli eventuali sali ancora presenti. |
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Gli
elementi dannosi che possono essere presenti nell'acqua non bollita
sono:
- il fluoro che, anche se presente in concentrazioni molto basse,
è dannoso specialmente alle bulbose (es. Gladiolus, Freesia,
ecc.);
- il ferro (nelle acque ferruginose), tossico soprattutto per la Rosa
e il Chrysanthemum.
In alternativa si può usare l'acqua piovana. |
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Conservante
chimico. Esistono in commercio conservanti liquidi o
in cristalli, da sciogliere in acqua nelle dosi indicate sulla confezione,
che permettono di prolungare la durata dei fiori in una percentuale
dal 25 al 75%. Vi sono anche conservanti specifici per alcune varietà
vegetali (es. Bouvardia, Hyacinthus, Prunus, Viburnum). Il conservante
rallenta la formazione dei batteri, mantiene limpida l'acqua evitando
l'odore sgradevole dell'acqua putrida, dà nutrimento al fiore.
Inoltre il residuo di acqua con conservante, una volta appassiti
i fiori, può essere utilmente usato per innaffiare piante
in vaso.
Se necessario bisognerà reintegrare la soluzione acqua-conservante
nel contenitore per compensare quella assorbita dai fiori o evaporata
per il caldo.
Come abbiamo già detto, usando i conservanti non impiegare
contenitori metallici poché provocherebbero l'annerimento
dei gambi.
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Alternative
ai conservanti chimici. In alternativa al conservante si
possono usare:
- candeggina, nella dose di un cucchiaino per ogni litro d'acqua;
- succo di limone, nella dose di un cucchiaino per ogni litro d'acqua;
- aspirina, nella dose di una per ogni litro d'acqua. |
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